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Pasavento

Pasavento nasce a Ispica nel 1948. Diventa Dottore grazie ad Enrique Vila-Matas, nel 2005, e da quel momento si sposta agilmente nei luoghi di uomini illustri, scomparsi, impossessandosi di volta in volta delle loro identità. Diventa Thmas Pynchon, Bove, Walser, Cravan, si muove rinovellando le vite fittizie o reali di questi illustri sconosciuti finché nel novembre del 2019, grazie all’incontro dell’artista Francesco Lauretta, si espone presso la Scuola dei Linguaggi e della Cultura Fenysia, a Firenze, con una grande mostra che prende il suo nome: Pasavento. Da quel momento per esperire al meglio la sua poetica adotta e si fa adottare dal colore giallo usando un completo e una maschera gialla (altre volte turchese o a specchio) abitando luoghi in bianconero o totalmente assolati. Vive tra Parigi, Napoli, Firenze, Barcellona ma non disdegna di abitare in più posti contemporaneamente.

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Ninfetta

E noi ce ne stiamo a guardarci l’un l’atro. Potrei cominciare da questa cronaca dell’osservazione. Noi vediamo e siamo guardati. Pasavento si mostra dietro un tavolo bianco, vestito di giallo con una maschera gialla. Ma non sappiamo bene se effettivamente guarda noi o semplicemente il suo sguardo ci trapassi, vada oltre. Alle sue spalle, parzialmente coperto dalla sua gigantesca presenza, riusciamo ad indovinare un grande disegno che occupa l’intera parete dello spazio bianco, un vulcano in eruzione. Un vulcano che sembra eruttare sangue anziché lava rovente. Mi sovviene, come un fantasma, alla memoria l’immagine dell’Angelus Novus di Paul Klee , quell’Angelo tenuto da Walter Benjamin fino alla fine dei suoi giorni quando si suicidò per non cadere nelle fauci -altre fauci- dei nazisti. L’Angelo vola verso il futuro, osserva il futuro lasciandosi alle spalle le rovine della storia. Ninfetta, o n’infetta, ha qualcosa di non definito, qualcosa che apre e non si ritorce a nessuna spiegazione, nessun assunto confutabile a ragione. Pasavento, l’artista è un gigante che sfiora il soffitto dello spazio. Lo vediamo come voyeur come guardavamo forse un’altra opera epocale della storia dell’Arte, l’opera di Marcel Duchamp Dati. Vediamo, siamo visti, e non comprendiamo bene cosa abbiamo davanti, non capiremo se Pasavento sia rimpicciolito in un box o se sia un gigante, non capiremo mai perché quel vulcano sputi sangue e perché si trovi alle sue spalle. E come sia possibile contenere una calma così e un furore così contemporaneamente e, e perché Ninfetta?

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